Donne in spogliatoio: si può fare!
In occasione della Festa della Donna vogliamo raccontarvi dell’esperienza di Caterina Zuin. Caterina è fisioterapista sportiva di Aduna Volley Maschile per la quarta stagione consecutiva dopo tre anni come fisioterapista donna (la prima) del Calcio Padova Settore Giovanile. Una fisioterapista donna in una squadra di uomini: vi suona strano? Credete che il suo genere di appartenenza possa influenzare le sue prestazioni lavorative? Che i suoi assistiti si possano sentire, in qualche modo, in imbarazzo? Se almeno una risposta a queste domande è affermativa, probabilmente state basando il vostro giudizio su uno stereotipo di genere, purtroppo ancora molto diffuso nella società moderna. In questo articolo vi racconteremo l’esperienza -riuscita- di Caterina per dimostrare che la parità di genere è, non solo assolutamente possibile, ma qualcosa che potrà, speriamo tra non molto tempo, definirsi consuetudine. Facciamo prima un passo indietro.
Italia, sport e lavoro al femminile
In Italia, oggi, alcune professioni sembrano ancora destinate solamente agli uomini. Sono diversi gli ambiti in cui la figura della donna, agli occhi di molti, risulterebbe fuori luogo. Per farsi un’idea di quello di cui stiamo parlando basti pensare alla politica: non credete che il numero di donne alle posizioni di potere sia nettamente inferiore rispetto al numero di uomini? La stessa situazione la si può notare sul mercato del lavoro in genere: le donne stanno sparendo, soprattutto dopo questa pandemia che sta rimettendo l’orologio delle donne indietro di anni diminuendo in modo importante il loro impiego nel mondo del lavoro e poco accesso agli incarichi di responsabilità. Le donne italiane rimangono ancora prigioniere di diversi stereotipi; esistono servizi ed iniziative volti a migliorare la situazione, ma ad oggi non sono sicuramente sufficienti. Restringendo il campo su cui ci vogliamo concentrare, arriviamo al mondo dello sport.
La figura del fisioterapista
Ponendo il focus sugli sport di squadra di medio-alto livello, è ormai d’obbligo trovare la figura del fisioterapista nello staff, dato che il benessere psicofisico è una condizione imprescindibile per poter pratica l’attività sportiva. Ecco che la fisioterapia dello sport si occupa di tutti gli atleti durante la pratica sportiva, nello specifico dedicandosi ad attività di prevenzione, diagnosi, trattamento, talvolta anche di riabilitazione da infortuni. Riallacciandoci al discorso iniziato prima, vi poniamo una domanda: immaginate una squadra maschile di calcio o pallavolo. Secondo voi, è più facile trovare un fisioterapista uomo o una fisioterapista donna?
L’esperienza di Caterina
“Sono arrivata all’Aduna Volley maschile dopo tre anni di collaborazione con il Calcio Padova Settore Giovanile dove ho abbattutto il pregiudizio della donna in panchina, fino ad allora mai sfatato. Sono stati tre anni bellissimi dove, sia con lo staff tecnico, passando per la dirigenza, fino ai ragazzi si è creato un clima di rispetto reciproco, stima e comprensione. Lo stesso posso dire per la pallavolo, passare dal Settore Giovanile ad una prima squadra di serie B è stato stimolante e mi hanno sempre tutti accolta in maniera totalmente positiva. Il punto è esattamente questo: non è il fatto che io sia donna a dover apparire in primo piano ma come svolgo il mio lavoro, la mia professionalità! L’aspetto femminile può solo migliorare certi aspetti quali il dialogo, il sostegno ai ragazzi, l’ascolto. Il mio vuole essere un invito a tutte le ragazze di oggi a provarci, ad andare avanti nonostante le difficoltà che incontreranno per la strada, a non arrendersi nell’inseguire i propri progetti perchè, prima o poi, qualche sogno si realizza, qualche cambiamento avviene e qualche barriera si infrange. Inoltre vorrei chiedere ai datori di lavoro, ai presidenti delle società sportive, agli allenatori che sceglieranno il loro staff: fidatevi di noi donne, siamo all’altezza – se non a volte migliori- dei nostri colleghi uomini, guardateci per quello che siamo, fisioterapiste, medici, allenatrici, non solo per il nostro genere di appartenenza. E perchè questo si realizzi è necessario che qualcuno, prima, mostri l’invisibile. Vorrei fare un ringraziamento sincero a tutti i “miei” ragazzi che mi hanno sempre sostenuta, agli allenatori che in questi anni si sono fidati di me e soprattutto al presidente Fabio Bianzale con cui ho costruito un rapporto di stima e amicizia.”
Le impressioni degli atleti
Filippo Vianello, palleggiatore della serie B: “Caterina è una persona davvero positiva e crede un sacco in quello che facciamo. Anche per questo è sempre disponibile in caso di emergenze e spesso è la prima a preoccuparsi di noi in caso di infortuni o fastidi. A mio modo di vedere le cose avere un fisioterapista uomo o donna non cambia assolutamente nulla, dato che è una figura di riferimento ben precisa e il suo lavoro non può essere influenzato dal suo genere. Mi trovo molto bene con lei, questo è il secondo anno che gioco con Aduna e da quando sono arrivato mi ha sempre seguito che con passione e professionalità.”
Simone Marcovecchio, opposto della serie B: “Nelle mie precedenti esperienze ho sempre avuto fisioterapisti uomini, ma con Caterina devo dire non c’è alcun imbarazzo, non vedo differenze rispetto a come ero abituato. Tra noi si è subito instaurato un rapporto confidenziale e amichevole: una seduta di fisioterapia diventa un piacevole scambio di chiacchiere utili per noi atleti, non soltanto dal punto di vista del lavoro fisico, ma per la vita di tutti i giorni. Posso dire che Caterina rappresenta un valore aggiunto per il gruppo, è un po’ come una sorella maggiore.”
Le parole del Presidente
Fabio Bianzale, Presidente di Aduna Volley Maschile: “Ho conosciuto Caterina qualche anno fa, quando la nostra collaborazione è iniziata. Da quel momento in poi non si è più interrotta, grazie alla professionalità di Caterina e alla fiducia che ripongo nella sua figura. Non ho mai avuto una minima perplessità sul suo genere di appartenenza, non ha senso averne: è una professionista, lo dimostra sul campo, e questa è l’unica cosa che conta. Colgo l’occasione per ringraziare Caterina per il lavoro che svolge quotidianamente con i nostri ragazzi e per il modo in cui lo fa.”
Ci sono ancora troppi stereotipi legati al genere, ma la professionalità di una figura non può e non deve essere messa in dubbio dal genere della persona. Uomo e donna possono garantire gli stessi identici risultati, in quanto la qualità del lavoro che svolgono dipende casomai dall’approccio su cui si basa la loro attività, dai percorsi di studio intrapresi, dall’esperienza avuta: insomma, da elementi assolutamente slegati rispetto al loro genere sessuale
Buona Festa delle Donne da tutta Aduna Volley Maschile, oggi e sempre!